CALL TO ACTION PER
L’ELIMINAZIONE DEI TUMORI HPV-CORRELATI:
RACCOMANDAZIONI E STRATEGIE DA
IMPLEMENTARE A LIVELLO NAZIONALE
20 SETTEMBRE 2022
DALLE ORE 14:30 ALLE ORE 18:30
Il Papilloma Virus umano (HPV) è ritenuto l’agente eziologico di circa il 97% dei tumori della cervice uterina
(alcuni adenocarcinomi – circa il 3% - non sono HPV-correlati) ma anche del 4,5% di tutti gli altri tumori nelle donne e negli uomini. A livello globale, circa 570.000 casi all’anno di tumore della cervice
uterina nelle donne e 60.000 casi di tumore HPV correlati negli uomini sono attribuibili ad infezioni da HPV, rispettivamente l'8,6% e lo 0,8% di tutti i tumori nel mondo. Già a partire dal 1995,
l’International Agency for Research on Cancer (IARC) ha inserito l’HPV tra gli agenti cancerogeni per l’uomo, potendo determinare tumori a livello di più distretti: principalmente a livello della cervice
uterina ma anche pene, vulva, vagina, ano e distretto testa-collo (in modo particolare orofaringe). Il cancro della cervice uterina è una malattia prevenibile e anche curabile se precocemente diagnosticato e adeguatamente trattato.
Tuttavia, esso rappresenta a livello mondiale il quarto tumore più frequentemente diagnosticato e la quarta causa di morte per cancro nelle donne, contribuendo, nel 2020, al burden mondiale dei tumori con oltre 600.000 nuovi casi
e 342.000 decessi. In Italia, nel 2020, il carcinoma della cervice uterina ha rappresentato il quinto tumore per frequenza nelle donne sotto i 50 anni di età (2.400 nuovi casi stimati nel 2020, pari all’1,3% di tutti i tumori incidenti nelle donne).
Il tasso medio di incidenza annuale è del 7,4 per 100.000 abitanti a livello nazionale. L’eliminazione del tumore della cervice uterina è oggi un obiettivo di sanità pubblica mondiale lanciato dall’OMS nel 2018 e un impegno dell’Unione Europea (UE)
che lo ha incluso nel Europe’sBeating Cancer Plan.
Questo obiettivo, secondo la strategia proposta dall’OMS, è raggiungibile entro il 2030 con coperture vaccinali del 90% negli adolescenti, con il 70% di adesione allo screening cervicale utilizzando i test di ultima generazione e con la garanzia
di un accesso tempestivo a diagnosi e cura per il 90% delle donne con tumore della cervice uterina. Le tre strategie a disposizione per combattere il tumore cervicale sono quindi: vaccinazione, screening e trattamento precoce delle lesioni.
Esistono già esempi di strategie di successo per l’eliminazione del cancro cervicale a livello globale come quello australiano che si basano, appunto, sulla implementazione di interventi di prevenzione primaria e secondaria e che hanno
contribuito a determinare, nel 2020, un’incidenza annuale del cancro cervicale pari a 6,3 casi per 100.000 donne australiane. A febbraio 2021 la Commissione Europea ha pubblicato lo Europe’sBeating Cancer Plan con lo scopo di promuovere una
lotta comune contro il cancro in tutti gli stati membri dell’UE. Una delle iniziative faro proposte riguarda proprio l’eliminazione dei tumori HPV-correlati.
Anche in Italia, la prevenzione del cancro cervicale ha previsto l’implementazione della vaccinazione e dello screening tuttavia, dai più recenti dati relativi alle coperture vaccinali e agli screening, risultano ancora importanti criticità,
fra le quali le disuguaglianze tra le diverse realtà regionali, da superare al fine di raggiungere gli obiettivi fissati dall’OMS per l’eliminazione del cancro cervicale ed il controllo degli altri tumori HPV-correlati. Alla luce delle evidenze oggi
disponibili e delle indicazioni globali ed europee, sono necessarie azioni urgenti per implementare e sostenere l'attuazione di interventi basati sull'evidenza (vaccinazione anti-HPV, screening del cancro cervicale, gestione della malattia precocemente
diagnosticata) al fine di eliminare il cancro cervicale come problema di salute pubblica ma anche al fine di avviare un piano di azione per il controllo delle altre forme tumorali associate all’infezione da HPV.